
L’evoluzione dei tessuti nel mondo della moda
Per migliaia di anni la nostra specie è andata in giro per il mondo completamente nuda.
L’esigenza della specie umana di coprire il corpo ha, comunque, origini molto antiche. Inizialmente, l’unica materia prima disponibile era la pelle animale con la quale si confezionavano, molto approssimativamente, tuniche per ripararsi dal freddo.
Solo molto più tardi, la nostra specie scopre l’inclinazione per l’estetica e, da qui, la necessità di crearsi una propria identità con l’abbigliamento.
Un passo importante nella storia della moda è sicuramente rappresentato dalle prime realizzazioni di tessitura. Sappiamo che i primi telai sono manufatti molto semplici, realizzati con rami o pali di legno. I fili dell’ordito vengono messi in tensione tramite pesi di pietra o di terracotta.
Per necessità di sintesi, facciamo un salto temporale di millenni, con tutte le sue evoluzioni sui modi di abbigliarsi e sui materiali utilizzati, per giungere all’argomento che mi preme approfondire, ovvero quello della ricerca tecnologica e scientifica nella produzione dei tessuti utilizzati per il fashion dei nostri tempi.
Tempi moderni
Nel dopoguerra la povertà economica e le necessità materiali determinano un calo di interesse per l’alta moda. Ci si orienta verso la produzione industriale di impostazione americana, basate su un diverso concetto di moda e di bellezza femminile, più standardizzata e più “domestica”. L’industria tessile italiana muoveva i suoi primi passi, rimettendosi al passo con quella delle economie europee più avanzate, proponendo già un’ampia gamma di tessuti di qualità e diversificati nei prezzi.
Grande importanza ha avuto la ricerca e le nuove tecnologie (intese in tecnologia di prodotto) utilizzate nella produzione dei tessuti. La tecnologia di prodotto riguarda essenzialmente la progettazione di un prodotto e si basa sulla combinazione di tre fattori, quali le caratteristiche fisiche, funzione e significato del prodotto.
E’ il periodo in cui nasce una nuova ondata di classe e di stile; un modo di vivere più personale, più intenso.
La produzione di tessuti sempre più raffinati e di grande pregio si espande soprattutto nella vecchia Europa, proponendo filati leggeri ma al contempo freschi in estate e caldi in inverno; si fanno strada anche i primi tessuti derivati dal petrolio e nascono le prime innovazioni tecnologiche.
Un punto di svolta è stato dato dall’invenzione della plastica e dei suoi derivati. Il nylon sostituì la seta nelle calze e successivamente il poliestere che permetteva di creare un tessuto resistente, elastico e stabile, idrorepellente, non assorbe macchie e per questo si lava con facilità; si asciuga rapidamente e resiste a muffe e insetti.
La svolta eco-tecnologica: la ricerca per la produzione dei tessuti eco sostenibili nella moda
Secondo un Report delle Nazioni Unite l’industria della moda è la seconda più inquinante dopo quella petrolifera. In particolare, il 20% dello spreco globale di acqua e il 10% delle emissioni di Co2 si devono all’industria tessile. Difatti, dopo l’industria del petrolio quella della moda è decisamente la più inquinante e la sfida del settore si sta concentrando sempre di più sulla ricerca di tessuti innovativi ecologici e naturali, a impatto zero, e sulla produzione di materie prime alternative e meno inquinanti provenienti da riciclo, per un abbigliamento sempre più etico. Il cambio di pelle della moda è arrivato anche al fast fashion, ovvero la moda pronta per tutti. Sta andando verso il cosiddetto slow fashion che prevede di acquistare meno capi più di qualità e con tessuti innovativi.
Grandi gruppi industriali si sono, pertanto, attivati, nel corso degli ultimi decenni, per dare il proprio contributo per una moda sostenibile, investendo ingenti somme di danaro nella ricerca. Ecco che cominciano, già da diversi anni, ad essere utilizzati tessuti realizzati interamente con cotone 100% biologico, poliestere riciclato e materiali di nuova generazione come Pinatex, una pelle vegetale ricavata dagli scarti delle foglie dell’ananas.
Non meno impegnati sono anche i grandi marchi italiani. Le maison italiane, difatti, hanno avviato da tempo ricerche e produzioni che mirano al recupero e alla valorizzazione di tessuti innovativi naturali e sostenibili. Armani, ad esempio, ha utilizzato, tessuti come canapa, lino e cotone trattati in modo naturale in tutte le fasi di lavorazione. Miuccia Prada, che è stata una delle prime stiliste ad avere parlato di tessuti innovativi, ha creato una alternativa ecosostenibile a quello che è stato il suo tessuto simbolo, il nylon, con il nylon riciclato o rigenerato, lasciando inalterate tutte le sue caratteristiche e realizzato con rifiuti di plastica recuperati negli oceani, o destinati alle discariche.
Un altro grande brand italiano nella è Loro Piana che ha introdotto nelle sue collezioni il Clima System, una innovativa membrana in grafene, il più grande conduttore termico al mondo. Si tratta di un materiale di origine naturale in grado di raccogliere il calore corporeo e ridistribuirlo in maniera uniforme sull’indumento indossato.
La parola d’ordine dei grandi gruppi stranieri ed italiani è, pertanto, “innovazione”, con una cultura nuova volta alla tutela dell’ambiente e della salute del pianeta Terra.
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